Chi ha il pane non ha i denti, chi non ha i denti non dà il pane al cane pazzo, né dà il pane al pazzo cane che abbaia ma che non morde.
Non morde – è buono come il pane – ma non svegliare il pazzo cane, non svegliare il can che dorme: can che dorme non morde, can che dorme non piglia pesci.
Can che dorme non piglia pesci, non sa quali pigliare; è un pesce fuor d’acqua il cane pazzo senza il pane di chi non ha i denti. Non è né carne né pesce.
Pane per pane, dente per dente, niente pane per il cane, cane perdente.
Chi troppo vuole nulla stringe, e al lupo al lupo, al lupo al lupo, niente lupo: il lupo perde il pelo ma non il vizio di non presentarsi, salvo poi che si presenti e il cane pazzo è pan per i suoi denti.
Cane non mangia cane, cane non mangia pane, cane non mangia lupo, lupo mangia cane, lupo mangia uomo, uomo uomini lupo.
Uomo che compare: se ha il lupo per compare, porti il cane sotto il mantello, e se il lupo poi scompare, anche il cane può scappare.
Senza cane, senza lupo, senza denti e senza pane, l’uomo è solo ed affamato.
Sempre meglio che mal accompagnato.