- Sì?
- Buongiorno, sono Colto Impreparato, ho un appuntamento.
- Certo, le apro.
Il cancello della Grande Azienda iniziò a scorrergli lentamente davanti. Attraversò il vasto cortile, le auto addormentate, il sorriso della ragazza all’ingresso.
- Benvenuto nella nostra Grande Azienda, saranno da lei a momenti, nel frattempo si accomodi pure qui. Gradisce un caffè?
- No, grazie, sono a posto.
- Si immagini.
Sì lasciò affondare nella costosa poltrona in pelle e attese.
La stanza era essenziale ed elegante; sul muro foto e copertine di riviste che mostravano la Grande Azienda com'era, sul tavolo altre - più moderne ma non meno entusiaste - che mostravano come sarebbe stata. Ne afferrò una ma non fece in tempo a sfogliarla.
- Eccoci qui, buongiorno, sono il dottor Dodici.
- Molto piacere, Colto Impreparato.
- Piacere mio. Prego, mi segua da questa parte. Ci attendono.
Lo seguì giù da una rampa di scale e lungo un corridoio che costeggiava una vetrata infinita; dall'altra parte una sala senza pareti, scrivanie e persone in piedi, sedute, in movimento, telefoni, caos. Si fermò in silenzio ad osservare il rumore.
- Uffici vendite - attaccò il dottor Dodici - qui la gente vende idee.
- Idee di che tipo?
- Dell’unico possibile: idee vincenti. La nostra è una Grande Azienda.
- Capisco.
- Prego, dopo di lei.
Entrarono in un ufficio, al centro un bel tavolo rettangolare in legno, quattro sedie su uno dei due lati lunghi e una sull’altro. Entrava una bella luce dalla finestra.
- Si accomodi pure qui, gli altri stanno arrivando. Io prendo un caffè, gradisce?
- No grazie, sono a posto.
- Si immagini.
Si sedette sull’unica sedia del lato che gli spettava, il suo accompagnatore intanto trafficava su un tavolino nascosto in un angolo. Sui muri intorno foto di personaggi ignoti e virgolettati seducenti:
Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi.
Il segreto per andare avanti è iniziare.
Tutti i nostri sogni possono diventare realtà se abbiamo il coraggio di perseguirli.
Il dottor Dodici lo guardò con un’espressione compiaciuta.
- Eccoci qua, grazie Adriano.
A dirlo fu una voce alle sue spalle, del primo dei tre personaggi che entrarono nella stanza: abito blu, cravatta fantasia, capello nero impeccabile, occhiale colorato, scarpa lucidissima.
- Dieci.
- Prego?
- Dottor Dieci, sono il responsabile dell'area relazioni personali e loro sono i miei colleghi: il dottor Trenta, che si occupa della stesura delle relazioni personali assieme al dottor Dodici, che ha già conosciuto, e il dottor Venti, responsabile della verifica del clima in azienda.
- Molto lieto, Colto Impreparato - disse stringendo mani.
- Dunque, dottor Impreparato, immagino lei intuisca il motivo di questo colloquio..
- In realtà no, a dire il vero non ricordavo nemmeno di avervi inoltrato candidature...
- Ma il piacere è nostro, dottor Impreparato, siamo arrivati a lei perché ci hanno detto che è la persona più indicata per occuparsi di ciò di cui ci piacerebbe che si occupasse. Da tempo siamo alla ricerca di una figura come la sua: abbiamo già fatto diversi tentativi, tutti naufragati miseramente, dunque abbiamo chiesto una risposta al nostro Ufficio Risposte.
- E nello specifico, di cosa dovrei occuparmi?
- Si andrà ad occupare, non si preoccupi. Per l'inserimento avrebbe una persona a lei dedicata e siamo certi che vi intendereste alla perfezione. Ma ora ci parli un po' di lei, delle sue esperienze precedenti.
- Non c’è molto da dire. Ho sempre cercato di capire, a volte sono riuscito e a volte no. Ho avuto degli ottimi maestri e dei pessimi persino migliori.
- Merce rara, dottor Impreparato, merce rara oggigiorno.
- Vero. Piuttosto, operativamente...
- Operativamente, esatto. Siamo talmente convinti del buon esito di questa collaborazione che siamo ad offrirle un contratto indeterminato.
- Tempo indeterminato?
- Certamente, anche il tempo è indeterminato, chi siamo noi per poterlo determinare? Non le ho nemmeno offerto un caffè, lo beve?
- No grazie, sono a posto.
- Si immagini.