Sogni, segni e disegni

25 agosto 2022

Sul suo tavolo non c'era nulla. Era un semplice pannello verticale di legno che attendeva di essere inclinato. Provò a premere sulla sommità ma non si mosse.

- C'è la leva sul lato.

Capelli neri lunghi e lisci, pelle olivastra, lunghe gambe coperte a tratti da un vestito svolazzante. Un'eleganza cui la voce non avrebbe fatto pensare. Era seduta al tavolo alla sua sinistra, non aveva alzato la testa dal disegno nemmeno per un istante.

- Grazie - disse armeggiando con la leva suggerita - sa magari anche dirmi dove posso trovare l'attrezzatura necessaria?
- Necessaria per cosa?
- Per disegnare. Provarci, almeno.
- Cosa deve disegnare?
- Non lo so. Niente, in realtà.
- Allora non le serve alcuna attrezzatura.

Ripassava con decisione una linea leggermente curva tracciata su un foglietto poco più grande della sua mano. Lo smalto era dello stesso colore del vestito.

- Lei cosa sta disegnando?
- Quello che mi è stato richiesto.
- Da chi?
- Dal responsabile.
- E chi sarebbe il responsabile?
- Quello che mi dice cosa disegnare.
- Non è molto d'aiuto.
- Non sono qui per questo.

Continuava a ripassare con decisione la linea, sempre la stessa e sempre senza alzare la testa.

- Però col tavolo mi ha aiutato.
- Rischiava di romperlo. Quando qualcuno di noi rompe l'attrezzatura, detraggono l'importo dallo stipendio di tutto l'ufficio.
- Di quale ufficio?
- L'Ufficio Disegno.
- È questo in cui siamo?
- Non le sfugge niente.
- Mi scusi, non lo sapevo.
- Ora lo sa.

Sperò nella collaborazione di qualche altro disegnatore ma nessuno sembrava volersi distrarre dalla propria mansione. Notò che la dimensione dei fogli e gli strumenti usati non erano uguali per tutti: al loro aumentare corrispondeva l'incremento del numero di linee e della complessità del disegno elaborato.

- Perché continua a ripassare quella linea?
- Perché è ciò che mi è stato richiesto.
- Ma almeno sa cos'è?
- È il dettaglio di cui mi devo occupare.
- In che senso?
- Ogni disegno è fatto di dettagli. Questo è quello di cui mi occupo io.
- E chi si occupa del disegno grande?
- Non lo so, io mi occupo di questo dettaglio.
- E non le interessa sapere qual è il disegno grande?
- A quale scopo?
- Beh, ad esempio sapere cosa diventa la sua linea.

Per la prima volta alzò la testa e lo scrutò con attenzione. Aveva occhi scuri e determinati.

- Faccio quello che mi chiedono di fare e cerco di farlo al meglio. La paga è buona, i colleghi pure, il resto sono tutti sogni. Non è il lavoro della vita, questo.