SuperPartes

8 novembre 2015

C’è un nuovo supereroe in città, che si batte perché il bene trionfi ma anche perché il male abbia le sue soddisfazioni.
È neutrale, è razionale, è piuttosto logorroico, è SUPERPARTES.

Tecnezia passeggiava per le vie della sempre insidiosa Primaluna.
Era sola, era sera, era il momento perfetto per Marualdo il malfattore, che nella vita faceva il malfattore e saltuariamente il garzone di una ditta di tubetti per tempere.
Marualdo si nascose dietro un muro di smartphone dell’anno prima rottamati e attese che l’ignara vittima gli passasse di fianco.

“Ferma! Dammi subito tutto quello che hai in quella borsa.”
“Oh no! AIUTO! AIU…”
“ZITTA!” gridò Marualdo tappandole la bocca “ti conviene tacere se non vuoi fare la fine di questi smartphone.”
“Oh no, fuori moda no, ti prego, ti darò ciò che vuoi” disse Tecnezia afferrando la borsetta.

“Cosa sta succedendo qui?” tuonò una voce.
Dal buio emerse un uomo con calzamaglia e mantello raffigurante la bandiera svizzera, due occhialetti tondi e capelli perfettamente pettinati, non troppo lunghi ma nemmeno esageratamente corti.
“SuperPartes! Grazie al cielo, quest’uomo mi vuole rapinare”
“Rapinare non è una buona idea, come siamo arrivati a questo punto?”
“Stavo camminando e mi ha assalita”
“Fatti gli affari tuoi, pagliaccio, o qui finisce male.” interruppe Marualdo, infastidito dal fuori programma.
“Stava camminando sola di sera in questa sempre insidiosa Primaluna? Nemmeno questa è una buona idea, effettivamente.”
“Sentito biondina? Non è una buona idea. Ora apri quella dannata borsa!”
“Non arriviamo a conclusioni affrettate. Cosa la spinge ad un gesto tanto disperato come quello di una rapina?”
“Mi serve un nuovo smartphone, non ho i soldi per comprarlo.”
“Un nuovo smartphone? E per quale motivo?”
“Il mio ha quasi un anno. È inaccettabile.”
“È comprensibile. Lei ha uno smartphone adeguato, signorina?”
“Sì, l’ho preso un mese fa.”
“Però comunque cammina sola di sera in questa sempre insidiosa Primaluna. Posso capire che un malintenzionato con uno smartphone fuori moda possa essere tentato.”
“Ma mi ha minacciata con un coltello!”
“Non è vero!” disse Marualdo mostrando all’eroe un tubetto di tempera giallo cobalto “lavoro in una ditta di tubetti, non di coltelli!”.
“Questo è effettivamente un tubetto di tempera giallo cobalto, signorina, lei sta mentendo.”
“Ma questo cosa c’entra? Mi ha assalita e al buio sembrava un coltello!”
“Lavora da molto in quella ditta, signore?”
“Faccio il garzone ogni tanto, però il mercato della tempera è in difficoltà da quando ci sono gli smartphone.”
“Anche questo è vero, purtroppo, e quindi non ha un’occupazione fissa?”
“Faccio il malfattore, principalmente.”
“È comprensibile. E lei, signorina, di cosa si occupa?”
“Sono una designer. Disegno sedie.”
“E si trova bene?”
“Sì. Mi piacciono molto le sedie. Appena posso, mi ci siedo.”
“È comprensibile. Dunque lei ha uno smartphone moderno, uno stipendio fisso, cammina al buio nella sempre insidiosa Primaluna e non distingue un coltello da un tubetto di tempera giallo cobalto…”
“Beh, sì.”
“E lei, signore, non ha un lavoro fisso, vorrebbe uno smartphone e per questo motivo aggredisce persone al buio con tubetti di tempera…”
“Esattamente.”
“Ottimo. Ora il quadro è chiaro. A questo punto lei, signorina, potrebbe dargli il suo smartphone. Tanto può ricomprarne un altro.”
“Vero, non ci avevo pensato. Che poi mi piace anche comprarli, gli smartphone.”
“E lei, invece, può smettere di aggredirla.”
“Sì, sono d’accordo. Grazie SuperPartes.”
“Grazie a voi, ragazzi, e ricordate sempre: il bene è bene, ma anche il male non è poi così male. A presto!”

E sparì nel buio.